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sabato 6 novembre 2010

BRUCIA LECCALUCCA BRUCIA (questo post è lungo, se dovete andare al bagno fatelo ora)

Acqua, tantissima.
Indumenti permanentemente umidi e pericolo costante di perdere un occhio infilzato delle centinania di ombrelli distratti che s'accalcavano uno sull'altro, trasportando sotto di loro orde di invasati, travestiti, soggiogati e quantaltro.
Per fortuna la benzina per scaldarci non è mai mancata nel nostro iperbolico e metallico stand nell'area self.

La mia fortuna?
Ha un nome: Toni Bruno.
Grazie a lui sono stato ospitato dagli autori tra i più spinti, più rockers, più "giovinezza" di tutta LeccaLucca.
E li vado ad elencare in ordine sparso (come i nostri effetti personali dietro il banco dei sogni ribattezzato Terzigno 2):
innanzitutto Lucciola, l'uomo del savoirfaire e del bicchiere sempre pieno, colui che ha dissetato tutta l'area self nei giorni della fiera con la sua serafica presenza di presenza;
segue a ruota Lombardi, dall'attitudine zen e incredibilmente disinvolta in quel pantano in cui io per esempio annaspavano, uomo d'esperienza insomma;
il barista Tyrana, detto alex, detto gino l'accendino che mentre cercavo di riprendermi da tre ore di sonno, 4 di viaggio e 30 kg di fumetti portati a spalla con Rabuiti e Calia (che ringrazio infinitamente) mi spiegava l'attitudine del perfetto venditore di fumetti da fiera e m'ha dato più volte del laziale pensando che a me freghi qualcosa del calcio; infine Lucho, mastodontico ordigno d'offesa, sempre pronto a mettere in fuga possibili acquirenti nonchè ottimo domatore di matite,colori e contrabassi.

Questo è stato il comitato d'accoglienza al mio primo appuntamento con il "mondo del lavoro".
Preso ovviamente con disinvoltura dato che non ho mai occupato il posto al banco del comando prima delle 1330.
E poi gli altri.
Disegnatori, sceneggiatori, editori, lettori, intrallazzatori, sobillatori e svuotatori di flut presi "aggratise" coi ticket falsi nei vari bar convenzionati che m'hanno sfamato per 3 giorni con tartine, insalatine di farro, pizzettine e altre nefandezze che ancora mi porto dentro.

Che dire poi della vita mondana che un festival come LeccaLucca offre.
Che sssstoria!!!
Un insano e frenetico tumulto di corpi compressi sotto gli ombrelloni dei bar, con in mano i drinks pieni di pioggia e ubriachi marci (alcuni anche di alcol, molti di se stessi ma che ci vuoi fare, è il jetset bebi).

Posso quindi ben dire di aver vinto in questa mia personale prima apparizione da autore nel magico mondo dei disegnini italioti.
La vittoria che mi porto a casa è l'entusiasmo che m'ha lasciato questa nuova esperienza.
Entusiasmo generato innanzitutto dalle facce di chi s'è comprato Kaydra (uno per i soldi) ovvero madri di famiglia, ragazzine e bimbi (un saluto in particolare va a Riccardo, di cui mi ricorderò per sempre, al quale ho consigliato di disubbidire alla mamma e di dire più volte possibile NO, perchè chi non dice NO non esiste).
Poi le nuove conoscenze (due per lo show): la gioia di scambiarsi idee, di "cuttighiare"(fare del gossip n.d.a.), riconoscersi nelle esperienze altrui, offrire aiuto, riceverne, darsi appuntamenti, organizzare sommosse (e non vedo l'ora di andare a trovare i Burpici e Flavia a Bologna).
Infine la bomba:
aver toccato con mano il potenziale effettivo, le persone che compongono quell'eterogeneo e meraviglioso mondo delle autoproduzioni nostrane (e non credo ci fossero tutte ma ce n'erano eccome). L'idea esaltante (per me nuova) di potercela fare, di costruire davvero quella rete che ci permetterebbe di autodistribuirci, di sostenerci a vicenda, di continuare a sfornare piccoli e grandi sogni su carta da poter condividere, diffondere, spingere.
Tornato da LeccaLucca quello che mi resta è questo.
Un'imprescindibile voglia di continuare con questa pazzia, facendola crescere nella città in cui vivo (roma), intercettando pezzi nuovi e collegando quelli già esistenti.
La voglia di continuare a bruciare col bicchiere sempre pieno.
Insieme.